ANTONELLA QUESTA in Affari di Famiglia
5 febbraio 2022 – ore 21
“Raggiungere un obbiettivo è un po’ come quando ti butti col deltaplano (l’ho fatto nel lontanissimo 1993 a Rio de Janeiro), sgambetti, corricchi, rallenti poi ad un certo punto prendi coraggio ti dai la spinta e puf voli! Ecco per me aver finito di scrivere il testo di Affari di famiglia, aver abbozzato i disegni sui movimenti di scena, è come essermi lanciata un’altra volta con il deltaplano. Ora lo vedo, vedo cosa sarà, certo devo ancora atterrare sulla spiaggia, ma insomma intanto mi godo il volo.” A. Questa
Uno spettacolo di Antonella Questa con Antonella Questa e Ilaria Marchianò.
L’85% delle aziende italiane sono familiari, occupano il 70% dei lavoratori e sono in Europa le più longeve in assoluto. In assoluto – l’80% – sono anche quelle che in Europa mantengono il management in mano ai membri della propria famiglia.
Purtroppo solo il 30% sopravvive al fondatore e soltanto un piccolo 18% arriva alla terza generazione. Il passaggio generazionale, ovvero il passaggio di consegne del potere e della gestione, risulta essere quindi il momento più delicato e più temuto all’interno di una famiglia proprietaria di azienda.
Cosa rende così complicato effettuare un passaggio generazionale di successo? Perché generosità, fiducia, apertura si usano con maggiore facilità verso il mercato finanziario anziché verso la propria prole?
Queste domande mi hanno guidato per mesi tra studi e interviste a uomini e donne della seconda e terza generazione, a vecchi e futuri dirigenti di aziende familiari, ai consulenti esterni, ai direttori delle risorse umane, e mi hanno permesso di entrare in un mondo dove le problematiche relazionali, amplificate proprio perché siamo in un ambito familiare, giocano un ruolo chiave nel successo o meno di questo passaggio.
Essendo da anni la Famiglia il mio campo di indagine preferito, per raccontare e capire la società in cui viviamo, portare in scena la riuscita felice di un passaggio generazionale inizialmente difficile, mi è sembrata un’ottima occasione per riflettere sulla difficoltà delle vecchie generazioni a lasciare il posto alle nuove e di quali possano essere le strade per superarle, non soltanto in ambito imprenditoriale.
Per farlo ho scelto di partire da un’immaginaria azienda, La Fabrizio Farmaceutica, fondata in un’immaginaria vallata del Nord Italia, la Val Membrana, in cui far partire la storia dal giorno del funerale del suo Presidente, il vecchio Fabrizio junior. A ritrovarsi oggi nel suo ufficio, e dopo mesi di lontananza, sua figlia Anna Rita, designata a succedergli alla testa dell’azienda e la sua propria figlia, nonché nipote del defunto, Fabrizia. Le due donne dovranno affrontare un passaggio generazionale che non era stato preparato, in un’azienda minacciata dalla concorrenza, Anna Rita è fedele ad una visione del lavoro d’altri tempi mentre Fabrizia spinge verso quella tipica delle nuove generazioni, formatesi lontano da casa e con un’esperienza lavorativa all’estero. Al tutto si aggiungono vecchi attriti, segreti di famiglia ed emozioni mai espresse. Come conciliare allora innovazione, tradizione e sentimenti, per il bene dell’azienda?
Forse partendo dal motto di Fabrizio junior :“Il bene dell’azienda è il bene della famiglia” per arrivare a pensare che oggi, sia piuttosto il bene della famiglia a fare il bene dell’azienda.
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